I tool di scrittura artificiale dispensano testi tristi? :'(
Imbattersi in ChatGPT, Gemini e simili è facile. È gratis. Nella “società della stanchezza”, questi tool tentano più di una vetrina di pasticceria francese.
Sono cause di picchi di euforia corporate o interrogativi morali infiniti. Ci aiutano e confondono al tempo stesso, per ragioni più varie che spaziano tra senso etico e quello di evoluzione. Di certo, lasciano molto campo bianco quando si tratta di scrittura e copy. Ci s’illude di farla franca, ma anche le più raffinate composizioni linguistiche artificiali si (anzi, ci) tradiscono, mostrando mancanza di pensiero dietro le proprie stesse parole. Un peccato difficile da espiare, quando si tratta di comunicazione tra esseri umani.
Non mettiamo al bando GPT&co, ma usiamoli con ingegno.
Senza domande coerenti e una giusta sequenza gli output testuali arrivano sì rapidi, ma spesso infelici.
Vuoi usare la IA per scrivere ma sembra ti complichi la vita? Manda i testi che hai ottenuto e lasciameli per qualche giorno: posso usare la base creata da te per produrre una stesura migliore. Forse quella definitiva.
Un testo è un universo in espansione
Un testo ha il potenziale per trasformarsi in infinite versioni di se stesso. Per questo è così bello e utile riscrivere. Non si tratta solo di usare sinonimi generati da IA, o di chiederne l’intera riscrittura. È il modo di porre le domande che permette di esplorare la più ampia gamma di connessioni tra idee, concetti e parole. Come fa una persona.
In fondo, l’IA mi piace
Fin dall’università è stata un’alleata, anche se allora la chiamavamo diversamente. Mi ha fatto prendere 110 alla magistrale. Senza barare.
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